Pupa Milano, il nuovo spot, la lotta agli stereotipi e l’inno alla bellezza contemporanea

di Valentina Grispo / 20 febbraio 2020

“Le donne sono naturalmente portate ad allevare i figli

“Gli uomini sono predisposti al tradimento”

Le donne amano lo shopping

” Gli uomini amano il calcio e le belle auto”

Le donne non sanno guidare”

“Il rosa è per le femmine, il blu per i maschi”

Sapete cosa sono? STEREOTIPI

Sono intorno a noi, fanno capolino durante una chiacchierata con i colleghi d’ufficio, sono protagonisti di tante pubblicità, sono radicati in certe famiglie, fanno parte del linguaggio televisivo e, anche quando sono inseriti in contesti ironici, hanno la capacità di offendere. Gli stereotipi sono tutt’altro che innocui, perché distorcono la realtà e vanno a braccetto con i pregiudizi.

I’m Pupa. And You?

Ho una buona notizia: negli ultimi anni qualcosa sta cambiando e molti brand, nell’ottica “inclusion” si sono schierati apertamente contro pregiudizi, discriminazioni e stereotipi di genere. E tra questi brand pionieri, sono orgogliosa di dirvi che c’è Pupa Milano, che con consapevolezza ha rotto gli schemi. Lo ha fatto con la nuova grintosa campagna di comunicazione I’m Pupa. And you? diretta dal fotografo e regista Erez Sabag, lanciata su RaiUno durante la kermesse di Sanremo e poi diffusa su tutte le reti televisive Rai.

I am what I am è il messaggio, semplice e chiaro! Pupa Milano abbraccia una bellezza vera, rock e non convenzionale e lo fa esprimendosi attraverso donne differenti e per la prima volta anche con la presenza di un uomo, per rafforzare ulteriormente il concetto di inclusività. 

Un messaggio importante, forte, che ha il profumo della rivoluzione, lanciato da un brand da sempre attento all’innovazione e in continua evoluzione. E oggi evoluzione significa combattere con un pizzico di sfrontatezza i vecchi pregiudizi e farlo a colpi di bellezza rende tutto più intrigante. La mission di Pupa Milano è proprio questa: intraprendere una battaglia pacifica contro chi pretende di incasellare donne e uomini e assegnare copioni, gridare un sonoro “Me ne frego” come direbbe Achille Lauro, a chi ci reputa troppo mascoline, troppo vecchie, troppo sexy…

MA TROPPO PER CHI?

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